“ Ben oltre le idee di giusto e sbagliato c’ e’ un campo: ti aspetterò laggiù!”
Jalaluddin Rumi (XIII Secolo)
Dalla consultazione alla costruzione del contesto terapeutico
GIORNATA DI STUDIO
28 Novembre
Piattaforma Zoom
Orario del collegamento: 9.00 – 13.00
“Mi dica lei cosa devo fare”
Dr. Stefano Fantozzi
Questa frase molto spesso emerge negli incontri clinici, specialmente nel periodo iniziale di lavoro. Le persone vengono da noi, ritenuti “esperti”, nella speranza e desiderio di ricevere soluzioni alla difficoltà incontrata in quel periodo della propria vita. L’Assunto implicito, che soggiace a questa richiesta, è che l’altro sappia ciò che la persona non sa. Difatti si stanno sempre di più espandendo corsi che propongono tecniche per la risoluzione di ogni tipo di disagio; procedure da offrire agli interlocutori, definiti pazienti, soluzioni efficaci, testate e validate scientificamente. Il punto è che l’assioma iniziale, “uno sa e uno non sa”, resta. Nel lavoro clinico, però, le cose non stanno proprio così. L’assunto è diverso.
“Nome: Protocollo; Cognome: Diagnostico. Un imputato con alibi?”
Dr.ssa Cristiana Picconi
Come molti di noi terapeuti, quando ci viene inviata una famiglia con un minore (bambino o adolescente) in difficoltà, siamo spesso posti di fronte alla questione di formulare una diagnosi: “misurare” attraverso l’uso di protocolli, un bambino/adolescente affinché nei diversi contesti (terapeutico, familiare, scolastico) possa ricevere il sostegno e l’aiuto di cui necessita. È una questione molto delicata e complessa che non può essere risolta unicamente facendo appello alle Linee Guida.
Pertanto, se l’osservatore non è mai esterno al processo di conoscenza, ma partecipa attivamente a costruire il sistema osservato, la diagnosi può essere considerata un processo valutativo dinamico all’interno del quale il “modo”, il “come” il terapeuta indaga ed utilizza il dato “quanto”, può produrre degli effetti terapeutici sul sistema osservato? E se sì , in che modo?
Iscrizione gratuita
confermare adesione su info@unoebino.it per ricevere il link per il collegamento
22 Giugno 2019
Sala Conferenze Opera Don Calabria
Via G. Soria 13 – Roma
Come ogni anno, alla conclusione dei percorsi formativi, si è scelto di dedicare una Giornata Seminariale conclusiva ai colleghi che, nell’anno 2018-2019, hanno completato il corso biennale e il quarto anno di approfondimento clinico.
I Corsi vengono organizzati dal nostro Istituto in risposta alla richiesta formativa di Psicoterapeuti, Psicologi e Psichiatri, e altre figure professionali che operano nel campo della salute mentale, e all’interesse da essi manifestato per le nostre ipotesi di lavoro e ricerca clinico-teorica, a partire dall’ipotesi dell’OOC che recupera la centralità della dimensione corporea nel funzionamento psichico e di conseguenza nel contesto della relazione analitica.
I professionisti-partecipanti hanno presentato e discusso gli elaborati finali all’interno di un gruppo allargato. Sono state trattate tematiche clinico/teoriche pensate nel contesto della relazione analitica e sviluppate in piccoli gruppi con la supervisione di tutors facenti parte dell’IPFR A. B. Ferrari.
La presentazione e la discussione degli elaborati ha fatto riferimento ad importanti tematiche cliniche quali: Infanzia e Adolescenza, Mascolinità e Femminilità, la Costellazione Edipica, la costruzione dell’Identità, Verticalità e Orizzontalità, Relazione analitica e Relazione Comune, perdita e separazione, Registri di Linguaggio, il Punto d’Urgenza, l’Analisi con ammalati che hanno ‘solo domani’.
Il confronto ha permesso di sviluppare altri interessi clinici e nuove prospettive di ricerca su cui continuare a riflettere da settembre 2019. Inoltre, nella fase iniziale della giornata è stato possibile condividere tra i presenti, l’esperienza del Tai Chi Chuan con l’Istruttrice di Accademia Anna Siniscalco, Presidente dell’Associazione “Dinamica Tai Chi Chuan e Arti Associate” e con la Dr.ssa Fausta Romano Presidente dell’Istituto IPFR. Per coloro che hanno partecipato questa è stata descritta come un’esperienza arricchente: un’ottima opportunità per incontrare corpo e mente. Il vertice di osservazione condiviso è stato quello dell’aver lavorato sull’ampliare la capacità di ciascuno di auto-osservazione intenzionale, imparando a ‘stare’ e ad accogliere ciò che si andava scoprendo.
Costruire un linguaggio di transizione nella Relazione Analitica – Giornata di Studio
“…..Capisce Dottore?”
1 Giugno 2019 – ore 10:00 – 14:00
Sala Conferenze Opera Don Calabria
Via G. Soria 13 – Roma
Nel maggio del 2013, proponemmo una giornata di studio dal titolo “Quel folle dialogare…Parola e autocoscienza nella relazione analitica” per aprire una riflessione e una discussione sul dialogo analitico.
Ci chiedevamo in quell’occasione se possiamo considerare la parola come manifestazione emergente dalla corporeità e capace di raggiungere e “toccare” la dimensione corporea stessa.
A distanza di sei anni, continuiamo a studiare e riflettere sullo speciale tipo di relazione che è la relazione analitica e sullo speciale tipo di dialogo che si va costruendo al suo interno poiché consideriamo questa un’area di ricerca ancora non sufficientemente esplorata.
E ci chiediamo se e in che senso possiamo appunto considerarlo un dialogo, questo che si svolge secondo modalità comunicative specifiche e fondamentalmente differente da quelle di una relazione comune.
“Capisce dottore?”
Domanda che ci conduce nel mondo di chi ritiene che possa esistere qualcuno che comprenda quando ad egli stesso risulta difficile comprendere.
Le parole di ci chiede se noi lo capiamo racchiudono storie ed esperienze spesso difficili da rappresentare e quindi difficili da comunicare, da mettere in comune.
E in questa spinta a volere che qualcuno capisca che si pongono per il paziente i presupporsi per il costituirsi di una possibilità di dire a se stesso in modo più funzionale al proprio vivere.
La Relazione Analitica rappresenta il contesto in cui le modalità di comunicazione possono consentire la realizzazione di una esperienza che costituisca un tramite di comunicazione con se stessi.
La costruzione del “romanzo analitico” attraverso il dire tra analista e analizzando proviene dal progressivo costituirsi di un “linguaggio di transizione” che può porre le condizioni perché si attivi la capacità di comprensione, di ciascun partecipante alla Relazione Analitica, di quanto accade nella propria vita.
Diventa rilevante quindi riflettere ed approfondire i modi del comunicare dei partecipanti alla Relazione Analitica, su quella che venne definita talking care al suo nascere e che può costituire un possibile orizzonte di osservabilità (Ferrari, 1986).
Modalità di Iscrizione
Inviare una mail di adesione al nostro indirizzo di posta elettronica: info@unoebino.it
La partecipazione alla giornata è gratuita.
scarica qui la presentazione della giornata studio
SEMINARIO TEORICO PRATICO CON ANNA SINISCALCO
“La relazione tra corpo e mente nello psicoanalista”
Roma, 16 giugno 2018
Opera Don Calabria – Via Soria, 13
Nell’intento di integrare la presentazione della nostra ipotesi di lavoro teorico/clinico (ipotesi dell’Oggetto Originario Concreto) , con altre ipotesi e discipline affini nella loro differenza, abbiamo il piacere di offrire ai partecipanti ai corsi di approfondimento teorico/clinico un seminario con Anna Siniscalco, Istruttrice Certificata di Accademia di 6° grado dell’International Yang Family Tai Chi Chuan Association (IYFTCCA).
Il Tai Chi Chuan nasce come arte marziale di difesa, cinese, ed è una disciplina di energia e medicina, ora riconosciuta anche dall’OMS.
L’idea di questo seminario nasce dall’avere osservato che questa disciplina, che si basa tra l’altro, sull’affinare la percezione di se stessi e dell’altro, sulla relazione dinamica con l’altro e sul rispetto reciproco nell’incontro, ha molti punti di affinità e di differenza con il nostro modo di intendere la relazione tra corpo e mente e anche la relazione analitica. L’esercizio di questa pratica poggia su di un’integrazione sempre più profonda della mente nel corpo.
L’incontro con questa disciplina può aprire orizzonti nuovi per chi si interessa della relazione analitica nella pratica quotidiana.
Anna Siniscalco parteciperà al convegno da noi organizzato nel prossimo mese di maggio, con una relazione dal titolo “Relazione, la presenza: ascolto e percezione”, in cui presenterà alcuni fondamenti del Tai Chi Chuan.
Successivamente, nel seminario ristretto ai soli partecipanti ai Corsi, offrirà l’opportunità di fare esperienza di alcuni fondamentali di questa disciplina.
Sarà meglio in questa seconda occasione indossare abiti comodi che non intralcino i movimenti (p.e. pantaloni lunghi comodi, maglietta e scarpe da ginnastica).
E’ richiesta la presenza.
Anna Siniscalco è discepola del Gran Maestro Yang Jun, con il nome Yang Yamei, ed è Presidente dell’Associazione Dinamica Tai Chi Chuan e Arti Associate, Associazione sponsor del nostro Convegno di Maggio.
Il suo modo di porgere e insegnare questa disciplina è serio e profondo e potere avvicinarsi al Tai Chi Chuan attraverso di lei può costituire un’esperienza arricchente oltre che interessante.
L’uomo, in quanto animale sociale, non può non stabilire relazioni per potere esistere e pensare, per potere essere in relazione con sé stesso: relazioni tra le cose, tra sé e le cose, tra sé e gli altri. E questo è un fatto. Ma non sempre è necessario fare della relazione un oggetto di studio.
Nel nostro lavoro clinico noi dobbiamo invece trasformarci in quegli stolti che invece di guardare la luna che ci viene indicata, ci soffermiamo a guardare il dito: il modo e la forma in cui l’analizzando si dispone verso se stesso e il mondo, il modo in cui l’analista si dispone nel contesto della relazione analitica e il modo in cui questa speciale relazione, la relazione analitica, si costituisce e funziona.
Essa è per noi strumento e al contempo oggetto del nostro fare analitico.
Se pensiamo alla relazione analitica e al suo costituirsi: possiamo ancora distinguerla, così come Ferrari proponeva, da qualsiasi altro tipo di relazione da lui compreso nel concetto di relazione comune?
Vorremmo ancora una volta creare un’occasione di incontro tra differenti prospettive, per cercare di progredire nella riflessione e nella conoscenza degli strumenti peculiari di cui ci serviamo nella pratica clinica quotidiana.
A tal fine, come nostra consuetudine, le relazioni verranno inviate in anticipo a tutti i partecipanti, in modo da rendere il dibattito quanto più possibile ampio e articolato, e affinché possiamo realizzare ancora una volta un incontro in cui sia feconda e piacevole l’esperienza di “lavorare insieme”.
Scarica il programma completo in formato pdf.
Per informazioni ed iscrizioni: info@unoebino.it
Giornata di studio
ESSERCI PER NON ESSERCI
L’analista nella relazione analitica
10 Giugno 2017
Sala Conferenze Opera Don Calabria
ROMA
Ore: 10.00-14.00
La relazione analitica, nella proposta di A.B. Ferrari ha come oggetto se stessa e si svolge attraverso il duplice movimento dell’andare verso se stesso dell’analizzando e del tornare verso se estersso dell’analista. A distanza di anni da quando Ferrari studiò e propose la sua ipotesi dell’eclissi del corpo e formulò le basi per lo studio della relazione analitica, vorremmo in questa giornata soffermarci su alcuni aspetti centrali della sua proposta e su alcune questioni che meritano a nostro avviso approfondimento e critica: in particolare sulla posizione e sul ruolo specifico dell’analista, su questo tornare verso se stesso dell’analista all’interno della relazione.