L’uomo, in quanto animale sociale, non può non stabilire relazioni per potere esistere e pensare, per potere essere in relazione con sé stesso: relazioni tra le cose, tra sé e le cose, tra sé e gli altri. E questo è un fatto. Ma non sempre è necessario fare della relazione un oggetto di studio.

Nel nostro lavoro clinico noi dobbiamo invece trasformarci in quegli stolti che invece di guardare la luna che ci viene indicata, ci soffermiamo a guardare il dito: il modo e la forma in cui l’analizzando si dispone verso se stesso e il mondo, il modo in cui l’analista si dispone nel contesto della relazione analitica e il modo in cui questa speciale relazione, la relazione analitica, si costituisce e funziona.

Essa è per noi strumento e al contempo oggetto del nostro fare analitico. 

Se pensiamo alla relazione analitica e al suo costituirsi: possiamo ancora distinguerla, così come Ferrari proponeva, da qualsiasi altro tipo di relazione da lui compreso nel concetto di relazione comune?

Vorremmo ancora una volta creare un’occasione di incontro tra differenti prospettive, per cercare di progredire nella riflessione e nella conoscenza degli strumenti peculiari di cui ci serviamo nella pratica clinica quotidiana.

A tal fine, come nostra consuetudine, le relazioni verranno inviate in anticipo a tutti i partecipanti, in modo da rendere il dibattito quanto più possibile ampio e articolato, e affinché possiamo realizzare ancora una volta un incontro in cui sia feconda e piacevole l’esperienza di “lavorare insieme”.

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Per informazioni ed iscrizioni: info@unoebino.it