ORGANIZZATORE FISICO E COORDINATORE PSICHICO

A. B. Ferrari pone al centro delle sue ipotesi l’importanza della relazione mente-corpo: un modo di pensare alla persona in termini di unitarietà e dove con l’ambito del mentale e del somatico ci si riferisce a livelli funzionali diversi e complementari.

Viene riconosciuto nella dimensione corporea una continua fonte di cambiamento che va a costituire quell’area che viene da lui definita entropica, secondo il significato che Prigogine (1988,1993) attribuisce alla condizione di entropia, come di una condizione nella quale prevale uno stato di disordine continuamente tendente verso un ordine.

Tendenze disorganizzative e organizzative si intrecciano all’interno del sistema individuo, senza che mai una possa assumere la totale egemonia sull’altra, pena la distruzione del sistema in se stesso.

Nell’insieme del sistema individuo, istanze organizzatrici si esprimono nella dimensione corporea verso il marasmatico insieme di sensazioni, sia attraverso l’entrata in funzione degli organi di senso che attraverso la funzione di percezione e registrazione del dato sensoriale; e istanze organizzatrici si esprimono altresì attraverso l’attivarsi di funzioni più sofisticate della psichicità, quali le funzioni di rappresentazione e di simbolizzazione.

Nel suo insieme il sistema individuo, sotto la pressione di istanze provenienti dal mondo interno, come anche in relazione alle vicissitudini del vivere, può ricevere quindi spinte disorganizzanti dallo stabilirsi di un elevato grado di conflittualità fra le due componenti (corporeità e psichicità) e allora può essere la dimensione psichica, attraverso il suo predominio, a destabilizzare e disorganizzare il sistema e, rimane alla dimensione corporea la funzione di cercare un nuovo ordine attraverso il suo farsi presente anche attraverso forme che grossolanamente definiamo patologia organica.

Viceversa, può essere la dimensione corporea a prevalere in determinate fasi della vita e allora spetta alla funzione psichica di ricercare nuove forme di equilibrio occupandosi di quanto disordinatamente si sta manifestando nella sfera corporea e di conseguenza nella sfera emozionale.

Il corpo, dunque, è considerato una presenza attiva in grado di trasmettere sensazioni; fin dal momento della nascita è capace di attivare quella che può essere considerata una delle sue funzioni potenziali: la psichicità. Ferrari (2004, p. 45) afferma ancora che per il conseguimento dell’armonia del sistema fisico con quello psichico è fondamentale la presenza della rêverie materna: “nel suo aspetto ideale, cioè nella sua accezione positiva, nutriente, capace di favorire e la metabolizzazione delle esperienze del bambino[…] e ciò non impedisce di immaginare che il bambino cerchi a sua volta di elaborare dentro di sé con le sue risorse gli aspetti frustranti […] e nella misura del possibile contenere il dolore che questi provocano”; in quest’ultimo caso il bambino riuscirà a stabilire una relazione tra Uno e Bino, esperienza facilitata anche dalla figura materna. Se entrambe queste esperienze falliranno può essere osservato un’interruzione del processo dell’eclissi. Ferrari afferma come l’individuo, nell’assolvere alle proprie funzioni in modo sintonico con la vita, necessita di attenuare l’intensità delle sensazioni per poterle organizzare, discriminare e rendere riconoscibili per la coscienza: renderle dicibili.

In questa prospettiva gli organi di senso rivestono un ruolo centrale e possono svolgere una funzione di organizzatori fisici. Un organo di senso può tra gli altri essere eletto, fin dalla nascita, con il compito di coordinare le differenti percezioni sensoriali in un codice o linguaggio prevalente (visivo, olfattivo, ecc.), facilitando il progressivo attivarsi delle funzioni di rappresentazione e simbolizzazione.

L’organo di senso eletto viene per questo indicato come il coordinatore psichico. Organizzatori fisici e coordinatore psichico contribuiscono al processo di eclissi del corpo, permettendo di raggruppare fra loro e di differenziare discriminandole sensazioni e percezioni, che possono così dare luogo a emozioni di piacere e dolore, di soddisfazione e angoscia, di paura e rassicurazione, e così via. Essi costituiscono dunque un aspetto sostanziale del funzionamento psichico, immanente nella corporeità, capace di orientarla in senso vitale e di rendere possibile poi il manifestarsi del pensiero.

In questo modo si avvia la relazione tra Uno-Bino, con la funzione di fornire dicibilità a quanto avviene nell’ambito dell’Uno.